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Il Design, bello e sostenibile

 

 


Sempre più spesso ormai, la parola ‘sostenibilità’ - con tutte le sue possibili declinazioni, sta entrando a far parte delle discussioni e delle priorità in quasi tutti gli ambiti delle nostre vite. Fortunatamente, diciamo noi. Perché, volenti o nolenti, ci stiamo finalmente rendendo conto che per poter andare avanti nello sviluppo di tutte le nostre attività, quello che non si può più fare è ignorare l’impatto, la maggior parte delle volte devastante, che queste attività hanno sul nostro ecosistema.


Così, tra PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che inizia a venir messo in atto, la creazione di un Ministero per la Transizione Ecologica anche qui in Italia, i progetti internazionali per ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica (cose non da fare in un giorno, chiaramente), la corsa alla sostenibilità sembra ormai avviata. È un primo passo. Però un passo importante. Dovremmo fare tutti gli altri, e anche di corsa, sostengono scienziati e climatologi.


Lungi dal voler trattare esaurientemente un tema così importante e complesso nel breve spazio di un articolo, l’intento di queste parole è quello di analizzare brevemente come siamo messi a livello di sostenibilità nei settori di nostra competenza, l’architettura e il design, e tutto quello che attorno ad essi gira. Anche perché la questione sta diventando cruciale. Lo si nota sfogliando le riviste di settore (ELLE Decor ha dedicato all’argomento l’intero numero di giugno, inserto allegato compreso) e i cataloghi delle aziende (prodotti costruiti con materiali di recupero, metodi a basse emissioni, filiere sempre più corte etc). E vedendo come la sostenibilità sia anche il tema principale attorno al quale gira la Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, inaugurata lo scorso maggio e dal titolo eloquente “How Will We Live Together?”.


Tornando a noi, allora, abbiamo deciso di dare il nostro contributo segnalandovi alcune tra le più note design factories che si stanno distinguendo per le iniziative sostenibili e green, a qualunque livello della filiera produttiva. Ne abbiamo scelto sette.


ARTEMIDE, che negli ultimi anni ha presentato ben 17 obbiettivi concreti nel proprio bilancio di sostenibilità, e ha ricevuto diverse certificazioni ISO (sono quelle che attestano alti standard di attenzione nei confronti dell’ambiente, delle condizioni lavorative e tutti gli altri fattori connessi a circolarità e sostenibilità). A livello produttivo, abbiamo molto apprezzato la loro lampada Gople RWB: vetro soffiato a mano secondo tecniche tradizionali, presenta una tecnologia di illuminazione che aiuta la crescita delle piante. Più green di così…


CASSINA invece, ripropone alcuni pezzi classici, realizzati ora, però, in maniera totalmente sostenibile. Come il divano Duc-Duc, degli anni 70, imbottito con una schiuma poliuretanica rivestita di fibra derivata da plastiche di recupero, in gran parte provenienti dagli oceani. Presto anche la schiuma poliuretanica sarà sostituita da un biopolimero, per ora in fase di sperimentazione, totalmente compostabile e biodegradabile: il Biofoam.


MAGIS ci propone Bell Chair, la nuova sedia sviluppata assieme al designer tedesco Konstantin Grcic, realizzata interamente in polipropilene riciclato, ottenuto dagli scarti generati dalla produzione di mobili della stessa azienda e da quella dell’industria automobilistica locale. Il materiale brevettato esclude quasi tutti i materiali vergini o nuovi ed è riciclabile al 100% dopo l’uso. In questo modo, Bell Chair forma un ciclo di produzione praticamente chiuso.


RODA, factory varesina da sempre attenta all’ambiente, utilizza materiali certificati come il sughero bruno, accostandoli ad alluminio (interamente riciclabile) e a materie tessili rigenerate con tecniche a bassa emissione di co2 e altre sostanze chimiche. Dall’incontro di questi materiali nascono ad esempio le colorate poltroncine Piper, progettate dallo stesso direttore artistico della Casa, Rodolfo Dordoni.


RIMADESIO fa ancora di più. Oltre all’utilizzo di materiali riciclabili e vernici idrosolubili, elimina il polistirolo dagli imballaggi e produce l’energia necessaria ai propri stabilimenti utilizzando pannelli solari. Converte all’elettrico le automobili aziendali ed eroga bonus annuali ai dipendenti che utilizzano mezzi non inquinanti per recarsi a lavoro. Per il 2021 propone un sistema di pannelli scorrevoli, Maxi, totalmente verniciato ad acqua, imballato con materiali riciclabili e del tutto disassemblabile a fine ciclo vitale. Bravi.


VITRA, famosa per le sedute da ufficio praticamente intramontabili (anche la longevità è amica dell’ambiente, non scordiamolo), crea per la sua Tip Ton Chair, un materiale che deriva dalla raccolta differenziata tedesca. C’è poi l’iconica Panton Chair, che dal 1999 è stampata in una sola volta su un singolo foglio di polipropilene, permettendo un’ottimizzazione dei processi produttivi e una limitazione massima degli sprechi.


Concludiamo con MOLTENI&C, che ha realizzato per i suoi rivestimenti un tessuto sintetico di derivazione plastica, per l’esattezza ottenuto dal riciclo del PET di bottigliette d’acqua recuperate nel continente asiatico. L’idea iniziale è stata proposta alla Casa dalla geniale designer Patricia Urquiola. L’azienda italiana ha pure brevettato una imbottitura totalmente biodegradabile per i cuscini della sua serie di divani Paul.


Non possiamo che fare un applauso sincero a queste aziende, ringraziandole perché oltre alla indiscussa bellezza che portano nella nostra vita, lo fanno impegnandosi in prima linea per la salvaguardia e il rispetto dell’intero Pianeta. Quando si dice che ‘la bellezza salverà il mondo’. Forse non sarà davvero così semplice, ma sicuramente dà il suo bel contributo.

Per visionare le opere sopra citate e tante altre proposte green e sostenibili, sfoglia il nostro catalogo online o vieni a trovarci nei nostri showroom di Perinaldo, Fa Maggiore e Fa Maggiore bulthaup.

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